Wall Street e l'intelligenza artificiale

Wall Street e l'intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è la tecnologia del secolo, in grado interessanti innovazioni quasi in ogni ambito. La finanza non poteva, di certo, passare in secondo piano: un’autentica rivoluzione è già in atto, promettendo conseguenze di ampio respiro, anche sui comportamenti.

Del resto, il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) nel settore finanziario è ormai già una realtà, basti pensare a strutture finanziarie consolidate come la Deutsche Bank, ING o JP Morgan, che hanno preso la rivoluzionaria decisione di utilizzare proprio l’intelligenza artificiale per compiere azioni come l’analisi del portafoglio dei clienti o l’identificazione di potenziali insolvenze. Dalla gestione dei big data, fino all’analisi predittiva sull’andamento dei portafogli già erogati, l’intelligenza artificiale diventa di estrema importanza.

Ma le possibilità offerte dall’IA per quanto concerne il settore finanziario sono davvero sterminate, tanto che oggi si fa ancora fatica a comprenderne la portata. Ovviamente, come spesso accade, ci sono anche alcuni rischi collegati allo sviluppo di questa tecnologia che, lo ricordiamo, è ancora in pieno divenire. Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire in che modo l’IA ha già iniziato a modificare, profondamente, anche il settore finanziario.

Boom di assunzioni legate all’AI

Del resto, il crescente impiego dell’intelligenza artificiale nel settore finanziario ha anche apportato significative novità per quanto concerne il mondo del lavoro. Secondo una recente indagine condotta da Bloomberg, ad esempio, si stima che circa il 40% delle posizioni lavorative aperte negli ultimi anni dalle banche di Wall Street siano legate in qualche modo proprio all’intelligenza artificiale.

Si pensi, ad esempio, a nuove professioni come quelle dei data scientist o degli specialisti in machine-learning. Questa attenzione crescente all’AI, comunque, porta anche alcuni aspetti negativi che andrebbero maggiormente approfonditi: si pensi, ad esempio, al rischio che molti dipendenti e professionisti possano essere sostituiti progressivamente proprio dall’intelligenza artificiale. Occorre pertanto sfruttare quest’ultima per replicare, efficientare, implementare attività ad alta onerosità in termini di capitale umano, senza però pensare di sostituire l’uomo con la macchina.

La svolta di ChatGPT

Un’autentica svolta in direzione dello sviluppo dell’intelligenza artificiale anche nel settore bancario e finanziario è stata quella del rilascio, da parte di Open AI, di ChatGPT, avvenuto nel novembre 2022. Tale data ha segnato un vero e proprio spartiacqua, aumentando in parallelo anche la consapevolezza tra le banche della necessità di misurarsi con l’AI.

In attesa che le autorità si esprimano su una regolamentazione, molte banche hanno già deciso di bruciare le tappe e di investire proprio su questa tecnologia. Lo fanno per diversi motivi, tra cui aumentare la personalizzazione delle soluzioni alla clientela, come i prestiti online e i finanziamenti, e migliorare in modo significativo la qualità dell’analisi dei rischi. Alcune banche come Deutsche Bank hanno già iniziato a utilizzare l’IA e il deep learning per analizzare tutti gli investimenti effettuati dai clienti e consigliare soluzioni finanziarie personalizzate.

Quali sono i possibili rischi?

Ma l’avvento dell’intelligenza artificiale, anche in un settore complesso e delicato come quello finanziario, potrebbe esporci anche ad alcuni rischi? La risposta è affermativa, questo perché ci troviamo ancora in un territorio largamente inesplorato. Occorre, dunque, lavorare nella direzione di una maggiore sicurezza, cercando di fugare ogni possibile preoccupazione relativa, soprattutto, all’affidabilità delle informazioni prodotte.

La sensazione, comunque, è che tutte le banche aumenteranno gli investimenti nello sviluppo di questa tecnologia, con particolare attenzione alla sicurezza e all’affidabilità. Sulla base di una stima realizzata dalla Goldman Sachs, inoltre, entro pochi anni circa 300 milioni di posti di lavoro potrebbero essere automatizzati grazie all’IA, e questo ovviamente avrebbe importanti ricadute anche sul sociale. Il mondo del lavoro si trasformerà notevolmente.

Come l’AI può aiutare le banche

Ma, in concreto, in che modo questa tecnologia può aiutare le banche? Innanzitutto, aumentando l’efficienza delle attività quotidiane,  semplificando e velocizzando le analisi di rischio. Si tratta di una svolta rivoluzionaria in quanto, in questo settore, è necessario prendere decisioni sul credito dopo aver analizzato una grandissima mole di dati. L’analisi e la gestione dei big data è possibile grazie agli strumenti di IA.

In un futuro, che in parte è già presente, le banche potrebbero utilizzare la potenza dell’intelligenza artificiale per rispondere in tempo reale alle domande dei clienti, ma anche per aumentare la sicurezza prevenendo frodi e rilevando comportamenti illeciti o poco trasparenti nei mercati finanziari. Investire oggi nello sviluppo dell’IA è un ottimo modo per acquisire un vantaggio strategico sulla concorrenza e per avere gli strumenti adeguati a migliorare i processi aziendali

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