Ritardato o mancato pagamento di una o più rate

Ritardato o mancato pagamento di una o più rate

Può accadere che, lungo il piano di ammortamento sottoscritto per la restituzione di un finanziamento, si verifichi il ritardato o mancato pagamento di una o più rateLe ragioni possono essere diverse, ma è importante sapere che tale avvenimento può comportare sanzioni rilevanti solo nel momento in cui vi siano gravi inadempienze da parte del titolare del contratto. Nei casi in cui, invece, ci si renda conto di aver effettuato in ritardo pagamento rata finanziamento di 2 giorni, a causa, ad esempio, di una dimenticanza, nella maggior parte dei casi gli istituti non applicano penalizzazioni immediate, purché non sia già avvenuto più volte in passato e si provveda il prima possibile al versamento della somma.

La banca agisce nel momento in cui vi siano ragioni di credere che il richiedente si stia sottraendo ai suoi obblighi di debitore, allo scopo di trovare tutela e assicurare il rientro della cifra prestata. Per il ritardato o mancato pagamento di una o più rate, pertanto, vi sono diversi provvedimenti che la finanziaria può attuare, a seconda della gravità e delle condizioni fissate. Quali sono?

Lo vediamo in dettaglio nel paragrafo seguente.

Ritardato o mancato pagamento di una o più rate: sanzioni

Molte persone si pongono domande quali “Se pago una rata in ritardo cosa succede?” oppure “Quanto tempo ho per pagare una rata scaduta?”. Come abbiamo anticipato, di norma, un ritardo pagamento rata mutuo di 3 giorni, di per sé, non costituisce un grosso problema. Lo diventa nel momento in cui si oltrepassa di molto il limite di tempo indicato sulla documentazione relativa al finanziamento, indicativamente dopo 30 giorni dalla data prevista per il versamento.

Ciò vuol dire che, se in una singola occasione il cliente non rispetta le regolari scadenze, è molto probabile che la società finanziaria si possa allertare, ma non applichi ancora le sanzioni; oltre il mese, al contrario, scattano i primi provvedimenti.

Dopo aver inviato una comunicazione, chiamata abitualmente sollecito amichevole, per avvertire il soggetto interessato dell’inadempienza e non aver ricevuto alcun riscontro, il passo successivo è l’applicazione degli interessi moratori.

Si tratta di costi aggiuntivi, che si sommano all’importo della rata ordinaria e il cui valore viene esplicitato preventivamente sul contratto di finanziamento. Tali costi oscillano anche tra i 2 e i 4 punti percentuali in più rispetto al tasso base; maggiori saranno le rate non pagate, maggiore sarà il ritardo, più alto sarà l’ammontare delle stesse.

Se la posizione finanziaria non viene, nel frattempo, regolarizzata, l’istituto procede all’invio della segnalazione al CRIF (Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria). Con tale procedura, l’Istituto di Credito comunica alla Banca d’Italia che il soggetto in questione non è affidabile e lo iscrive alla lista dei cattivi pagatori. Comparire in questo elenco non è affatto vantaggioso, poiché si tratta di un database consultabile da tutti gli enti del credito, i quali, anche in futuro, difficilmente concederanno finanziamenti al diretto interessato.

Le misure successive riguardano il ricorso a società di recupero crediti, che sollecitano il pagatore a saldare il debito contratto e possono anche agire direttamente per assorbire la disponibilità economica del debitore. Se la finanziaria non trova soldi sul conto, poi, si può arrivare al pignoramento di beni di altro tipo, come gli immobili di proprietà, ad esempio.

È possibile sanare una situazione di ritardato o mancato pagamento di una o più rate? Se sì, in che modo? Ne parliamo nelle prossime righe.

Ritardato o mancato pagamento di una o più rate: soluzioni

Come abbiamo spiegato, chi è titolare di un piano finanziario che prevede il rimborso del credito, come un finanziamento auto, ma si trova nella difficile situazione di non volere o potere pagare con puntualità le rate previste dal piano di ammortamento, va incontro a grossi rischi. Questi gravano direttamente sul soggetto e sul suo reddito sul quale, nei casi più gravi, gli Istituti di Credito possono attivarsi per il recupero.

Come abbiamo visto, prima di arrivare a questo punto, il cliente viene messo nelle condizioni di poter regolarizzare la propria posizione in autonomia.

Come si può evitare uno scenario di questo tipo, se non si è in grado di versare quanto dovuto entro i tempi ordinari?

Qualora non si abbia il beneficio di poter rimborsare il prestito secondo le modalità descritte dal piano di pagamento, per via, ad esempio, di un cambio di lavoro improvviso che ha compromesso la propria capacità creditizia, ci sono due strade percorribili.

La prima riguarda la negoziazione con la banca, ossia la ricerca di un nuovo accordo, che possa assecondare le nuove esigenze; esiste, ad esempio, il cosiddetto saldo e stralcio. Nel caso si abbia accumulato, nel corso del tempo, diverse rate insolute e si possiedano i requisiti reddituali per ottenerlo, con il saldo e stralcio è possibile accedere ad un piano di restituzione agevolato, che ridimensioni il debito e metta il titolare nelle condizioni di poterne sostenere i costi.

Infine, se il richiedente non risulta in grado di onorare il debito, nonostante le segnalazioni, i solleciti e i provvedimenti presi, non resta che attendere i termini della prescrizione. Con questa parola si designa la procedura legislativa per cui decorrono i termini massimi perché una somma in prestito venga riscossa dal creditore. Di norma, ciò avviene dopo 10 anni ed equivale all’annullamento di tutti gli obblighi a cui il titolare del finanziamento era sottoposto.

Le società finanziarie, per legge, non hanno il diritto di sollecitare i pagamenti relativi ad un prestito a tempo indeterminato; trascorsi dieci anni, infatti, se le sanzioni applicate durante tutto questo periodo non sono state sufficienti ad ottenere le somme dovute, la pratica va in prescrizione.

Naturalmente, in ragione delle forti penalizzazioni che il ritardato o mancato pagamento di una o più rate comporta e che abbiamo visto in questo articolo, non è consigliabile attendere il decorso dei termini; ricordiamo che sottrarsi agli obblighi contrattuali per il pagamento di un prestito costituisce un reato e, per tale motivo, implica delle conseguenze legali, oltre che economiche.

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