Ristrutturazione del debito

Ristrutturazione del debito

Quando ci si trova in una situazione economica delicata, esiste la possibilità di richiedere, presso istituti bancari e finanziari, un finanziamento finalizzato a ottenere liquidità. Sia privati che imprese, però, potrebbero trovarsi in difficoltà nella restituzione dei debiti contratti con i creditori, non riuscendo così a onorare gli impegni presi. In questi casi, una possibile soluzione concreta è rappresentata dalla ristrutturazione del debito, una procedura che prevede la stipula di un accordo che vada a modificare le condizioni originarie di un prestito, come ad esempio tassi, scadenze e periodo di garanzia. Con un piano di ristrutturazione del debito, come vedremo, si procede ad alleggerire l’onere del debitore.

Accordo di ristrutturazione del debito: di che si tratta

Premesso che la ristrutturazione del debito rappresenta una procedura che serve a migliorare una situazione complicata del debitore, vedremo ora in che cosa consiste esattamente. Tanto per cominciare, gli accordi di ristrutturazione del debito sono una procedura che si rende necessaria nell’ottica del risanamento dell’impresa o per gestire una liquidazione concordata e non fallimentare con i creditori. Nello specifico, la ristrutturazione del debito fa riferimento all’art.182 bis della “Legge Fallimentare”.

Gli accordi di ristrutturazione del debito, riassumendo, sono disponibili per enti pubblici ed imprese di privati che si trovano in una situazione di insolvenza e siano in possesso dei requisiti enunciati nell’art.1 della succitata “Legge Fallimentare”. La legge in vigore che regola l’accordo di ristrutturazione del debito, non pone limiti temporali sul rientro dei debiti, lasciando così creditore e debitore liberi di raggiungere una soluzione reciprocamente vantaggiosa. Una volta trovato l’accordo in forma privata su un piano di ristrutturazione del debito, le due parti devono farlo omologare dal tribunale.

Ricordiamo anche che il piano di ristrutturazione del debito privati e aziende può essere richiesto da chiunque non riesca ad onorare i propri debiti, e quindi persone fisiche, società o anche enti. Affinché l’accordo possa avere luogo, però, è anche richiesta la presenza di un perito che possa accertare la correttezza del piano di ristrutturazione.

Ristrutturazione del debito: quali sono i vantaggi

Con la ristrutturazione del debito privati o aziende, possono trarne vantaggio tanto il debitore, quanto il creditore. Premesso che tutte le intese di ristrutturazione del debito tra creditore e debitore hanno effetti giudiziali, quali sono i vantaggi derivanti? Il creditore, ad esempio, senza la possibilità di stipulare un accordo di ristrutturazione del debito, perderebbe ogni possibilità di rientrare del dovuto. E questo soprattutto quando il debitore non risulta essere titolare di beni potenzialmente pignorabili. Non finisce qui, la ristrutturazione del debito aziendale o privati consente anche di raggiungere un accordo in tempi rapidi, vantaggio questo da non sottovalutare.  

Ristrutturazione del debito: come funziona?

Sulla base di quanto riportato dall’art.182 della già citata Legge fallimentare, l’iter previsto per la richiesta di ristrutturazione del debito aziendale e per i  privati prevede tutta una serie di step e procedure da rispettare. Innanzitutto, occorre precisare che può essere solamente il debitore a stilare l’accordo di ristrutturazione del debito e a presentarlo ai creditori. Una volta approvato, sempre il debitore deve poi depositarlo presso il Tribunale territoriale di competenza. Affinché una ristrutturazione del debito venga accettata, occorre che il piano presenti tutta una serie di dati dettagliati relativi al piano di rientro, alle tempistiche e alla possibilità di riuscire, effettivamente, a risanare il debito. Indipendentemente, poi, dall’esempio di piano di ristrutturazione del debito, occorre che vi sia anche la certificazione e la perizia da parte di uno specialista.

Una volta depositato l’accordo di ristrutturazione del debito presso il tribunale, occorre ottenere anche il via libera da parte del giudice. Ricevuta l’approvazione, è necessario presentare la certificazione della capacità economica del debitore. Se il debitore dovesse risultare inadempiente, i creditori che non hanno aderito alla ristrutturazione del debito possono formalizzare, senza problemi, una richiesta del fallimento del debitore. I creditori che hanno aderito al piano, invece, possono richiedere, a fronte dell’inadempienza del debitore, la restituzione coatta del debito o la risoluzione dell’accordo.

Ristrutturazione del debito: tutte le novità della legge

Il 15 giugno 2022 il governo ha deciso di introdurre delle modifiche al nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, questo in attuazione della Direttiva UE 2019/1023 riguardante i “quadri di ristrutturazione preventiva, l’esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l’efficacia della procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione”. Ad esempio, è stato introdotto il concetto di accordo di ristrutturazione agevolato, che presenta il vantaggio di dover essere approvato solo dai creditori che rappresentano il 30% dell’indebitamento, la metà del 60% previsto per gli accordi di ristrutturazione ordinari. 

Questo, però, vale solamente per quelle società che non hanno presentato un’istanza di concordato preventivo semplificato in bianco o che abbiano inoltrato la richiesta per altre misure di tutela provvisorie. È stato anche introdotto un esempio di piano di ristrutturazione del debito detto a omologazione. Tale strumento ha molta flessibilità e prevede, tra le altre cose, diverse classi di creditori stabilite in base alla loro qualificazione e agli interessi economici. L’approvazione di questa tipologia di ristrutturazione del debito prevede il voto favorevole di tutte le classi creditorie a maggioranza assoluta, ma solo se i creditori di almeno la metà dei crediti della stessa classe partecipino al voto.

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