Rischio di credito

Rischio di credito

Il rischio di credito è un fattore molto importante da considerare e allude, sostanzialmente, al rischio corso dal creditore di non vedersi rimborsare la liquidità concessa al debitore. Come è facile intuire, vi sono diversi indicatori rischio di credito da attenzionare. Colui che eroga il prestito ha la necessità di gestire e  di ridurre il rischio di credito. Ne consegue che sia importante comprendere come si misura il rischio di credito, ancor più che tale valutazione assume un peso molto importante nell’ottica della concessione di un finanziamento da parte di una banca o istituto finanziario.

Nei prossimi paragrafi si cercherà di analizzare quali sono le componenti del rischio di credito, come calcolarlo e quali sono le conseguenze di un rischio di credito elevato.

Rischio di credito definizione: cosa sapere

Cominciamo con una definizione: per rischi di credito si fa riferimento all’eventualità che, nell’ambito di un’operazione creditizia, il debitore, per diversi motivi non assolva, in tutto o in parte, agli obblighi di rimborso del capitale concesso (e al pagamento dei relativi interessi) al creditore. Quando si parla di rischio di credito significato e definizione ci aiutano a capire che stiamo parlando di un fattore determinante per gli Istituti finanziari.

Per non essere esposti alle conseguenze di un’insolvenza, gli istituti bancari si tutelano calcolando, per l’appunto, il rischio di credito. Si tratta di una valutazione rigorosa dell’affidabilità creditizia del soggetto che richiede il finanziamento. Ma se, parlando di rischio di credito definizione e finalità sono chiare, resta ancora da spiegare come avviene tale valutazione e quali sono le variabili da considerare.

Componenti del rischio di credito: rating e Cds

Le banche e gli istituti finanziari che intendono calcolare il rischio di credito di un soggetto che richiede un prestito possono utilizzare diversi metodi. Il calcolo del rischio di credito, come abbiamo visto, serve a quantificare la probabilità che il debitore non riesca a restituire il denaro prestato, e quindi a decidere se concedere o meno il finanziamento. Tra i parametri o indicatori rischio di credito da esaminare abbiamo, su tutti, rating e Cds (Credit default swap).

Il rating esprime il giudizio che viene espresso sull’affidabilità creditizia di un soggetto che emette titoli che incorporano il rischio di credito. Alcune soluzioni ad esempio, come la cessione del quinto o la delega di pagamento, sono tra le più sicure nel mondo del credito, dal momento che il rischio di insoluti è sostanzialmente morigerato dalla modalità di rimborso con trattenuta su stipendio e pensione e dalle polizze assicurative (contro il rischio vita e impiego).

I rating sono assegnati o dalla banca stessa, rating interno, oppure da agenzie specializzate come Moody’s. Il Cds allude, invece, a uno strumento finanziario da utilizzarsi per misurare il rischio di credito. Possiamo definirla come una specie di assicurazione finanziaria contro il fallimento di un soggetto emittente titoli. Nel caso in cui il soggetto emittente titoli fosse a forte rischio di credito, dovrà corrispondere un premio più alto per tutelarsi dall’eventuale fallimento.

Controllo rischio di credito: come avviene

Partiamo dal presupposto che, per effettuare un controllo rischio di credito accurato, occorre procedere per step. Le banche, per realizzare tale obiettivo, sviluppano dei modelli di Scoring con l’obiettivo di distinguere i clienti, in fase di valutazione, e capire quelli più esposti e meno esposti al rischio di credito in base alle informazioni disponibili.

Sulla base di tali sistemi, le banche possono definire il credit scoring del cliente, ovvero la valutazione della solvibilità di una persona. Il punteggio così ottenuto, che serve a valutare il rischio di credito, viene poi trasformato in una probabilità di Default per il cliente. In alcuni casi esiste un valore di soglia, detto Cut-off, sotto cui le richieste di prestito vengono respinte. Negli ultimi tempi, poi, si sono affermati approcci di calcolo rischio di credito che utilizzano i modelli che sono tipici della struttura a termine dei tassi di interesse e danno una valutazione del rischio sulla base degli spread di mercato.

Il credit scoring prevede, quindi, tre fasi distinte: acquisizione dei dati, creazione di un profilo utente e decisione automatizzata di accettare o rigettare la richiesta. A effettuare il profilo di rischio di ogni utente, ci pensano dei software specifici in automatico, analizzando tutti i dati disponibili.

Rischio di credito significato di LGD e PD

Il rischio di credito, al pari del rischio di mercato e del rischio operativo, è diventato sempre più importante dopo gli accordi internazionali di Basilea. I governatori delle banche centrali del G10, nello specifico, hanno deciso che il rischio di credito dei clienti deve essere calcolato direttamente dagli istituti bancari, questo per garantire nel tempo la solidità del sistema bancario. Il cosiddetto accordo di Basilea II ha poi fornito delle indicazioni molto specifiche agli istituti bancari, stabilendo, ad esempio, che il rischio di credito deve comprendere due variabili: il risk of recovery o LGD e il risk of default o PD.

Mentre per PD si intende il rischio di insolvenza di un certo cliente, con LGD si allude alla gravità della perdita qualora il default dovesse effettivamente verificarsi. Si parla di poi di EaD (Exposure at Default), ovvero la somma che sarebbe esposta al rischio di default. Il peso del rischio di credito, dunque, si calcola andando ad assegnare a ogni singolo cliente un coefficiente di rischio, calcolato secondo metodi come lo standard approach o l’IRB (approccio interno del calcolo di rischio).

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