RID bancario

RID bancario

Il RID bancario può essere definito come un servizio messo a disposizione dalle banche, che consente ai titolari di un conto corrente di vedersi addebitare direttamente il corrispettivo di denaro richiesto per rimborsare il costo di servizi o prestiti stipulati con specifici enti di credito . Il RID, acronimo di Rapporto Interbancario diretto, non è altro che un sistema di pagamento, tramite cui il soggetto autorizza la propria banca ad accettare un prelievo automatico, di una determinata somma, da parte di un particolare creditore.

Si tratta di un metodo di pagamento, chiamato anche “addebito diretto” o “domiciliazione bancaria”, che viene principalmente utilizzato nel caso di versamenti periodici ricorrenti e che risulta essere di grande vantaggio per il debitore. Perché? Grazie al pagamento automatico della rata, quest’ultimo può contrastare possibili ritardi sulle scadenze concordate con l’istituto finanziario di riferimento.

Nel dettaglio, quindi, il RID bancario cos’è?

Un servizio di incasso crediti messo a disposizione dalla propria banca, che rientra tra le forme di pagamento indiretto, in quando è necessaria la presenza di un ente creditizio affinché la domanda di addebito diretto sul conto corrente possa avvenire.

Ciò che è fondamentale sapere è che, nonostante questa procedura continui ad essere denominata RID bancario, nel 2014 una legge europea ha sostituito quest’ultimo con il SEPA (Single Euro Payments Area) Direct Debit, detto in acronimo anche SDD.

La sua funzione rimane la stessa della domiciliazione bancaria tradizionale, l’unica differenza sta nell’estensione della zona in cui i pagamenti possono essere fatti. Al contrario del RID, che era limitato all’Italia, questo nuovo metodo viene difatti ampliato agli altri Stati Europei.

RID bancario: come funziona?

Affinché il prelievo automatico dell’importo stabilito con il creditore possa andare a buon fine, è fondamentale, non solo che vi sia la compilazione del proprio ente di credito di riferimento, ma anche che il titolare del conto corrente compili, firmi e consegni il mandato con il quale autorizza la propria banca ad effettuare periodicamente specifici addebiti.

Questo, però, non è l’unico modo per attivare il RID bancario.

In alcune circostanze, infatti, può essere l’erogatore stesso del servizio o del finanziamento richiesto che si pone da intermediario tra la banca in cui il soggetto ha aperto il suo conto corrente e il debitore stesso. In questo caso, il cliente è chiamato a compilare il modulo RID e a consegnarlo al creditore, il quale si occuperà di verificare la completa correttezza dei dati inseriti e di trasferire tale richiesta all’istituto di credito.

Oltre a ciò, per fare domanda di pagamenti tramite RID è necessario essere in possesso di specifici documenti. Innanzitutto, durante la compilazione del modulo sarà richiesto di inserire i riferimenti del proprio documento identificativo, come il numero, la data di emissione e di scadenza. Per tale ragione è fondamentale avere una carta d’identità valida.

Inoltre, bisognerà presentare il codice IBAN del conto corrente, i dati del richiedente, una fotocopia del documento di riconoscimento, i dati identificativi della banca e quelli della società creditrice del servizio o del prestito.

Una volta che tali informazioni saranno verificate e accettate, l’addebito del RID verrà attivato sul conto corrente del debitore e i pagamenti verranno fatti periodicamente, secondo la scadenza stabilita.

RID bancario: costi

Il RID bancario è un servizio messo a disposizione da tutti gli istituti di credito in forma, generalmente, gratuita. La sua attivazione, pertanto, oltre ad essere semplice, non richiede il pagamento di spese aggiuntive, di richiesta o eventuali commissioni di incasso.

Nonostante ciò, esistono alcuni istituti che prevedono, nel momento della domiciliazione bancaria, il pagamento di un piccolo importo di commissione da parte del titolare del conto corrente, come commissione delle operazioni di addebito automatico.

Ciò, però, dipende dal tipo di ente a cui ci si rivolge e con cui si stipula, anche attraverso un intermediario, il contratto per effettuare pagamenti con RID.

RID non pagato: conseguenze

Trattandosi di un servizio predisposto dalla banca e basato sull’addebito diretto, nel caso in cui il creditore non riuscisse a prelevare automaticamente l’importo dovuto, in modo ripetuto, per uno specifico numero di mesi, il debitore sarà soggetto a delle conseguenze, come il blocco del RID bancario e la sua segnalazione come cattivo pagatore presso la Centrale dei Rischi.

A stabilirlo è stata l’European banking authority, conosciuta anche come Associazione bancaria europea, secondo la quale in caso di tre mancati pagamenti mensili, anche a causa di un possibile conto in rosso del debitore, da almeno 100 euro o 500 per le imprese, la banca sarà chiamata a segnalare il proprio cliente alla CR (sistema informativo della Banca d’Italia) con la conseguente sottoscrizione di quest’ultimo nella lista nera dei cattivi pagatori.

Si tratta di una conseguenza importante, in quanto i mancati pagamenti del RID  comporteranno una maggiore complessità per il soggetto nel richiedere eventuali prestiti o finanziamenti.

Revocazione domiciliazione bancaria: come farla?

Il processo di revoca del RID bancario segue per lo più la stessa procedura dell’attivazione. Per farne richiesta, infatti, è possibile sia rivolgersi alla propria banca che all’azienda creditrice. In tal senso, sarà possibile procede in diversi modi, a seconda delle condizioni previste dall’ente a cui bisogna restituire l’importo previsto o dal proprio istituto di credito.

In alcuni casi, infatti, è possibile che venga richiesto l’inoltro di uno specifico modulo di revoca dell’addebito diretto che, anche in questo caso, dovrà essere compilato in tutte le sue parti e firmato dal titolare del conto corrente.

Ad oggi, però, sono diversi gli enti creditizi che consentono ai correntisti di revocare la richiesta di RID bancario direttamente dal loro portale online. In questa circostanza, pertanto, basterà accedere con le proprie credenziali sul sito, entrare nella apposita sezione dedicata alla domiciliazione bancaria e procedere con l’annullamento dell’addebito diretto.

Detto ciò, esiste un momento più adatto per effettuare la revoca dell’addebito diretto?

Generalmente, questa può essere richiesta quando un soggetto non intende più procedere al pagamento di determinate somme attraverso il prelievo automatico, da parte del creditore, dell’ammontare mensile stabilito.

Esistono, però, dei casi particolari in cui è possibile sospendere il mandato oppure procedere con il suo annullamento totale. In quest’ultimo rientra, ad esempio, la circostanza in cui un soggetto desideri spostare la domiciliazione bancaria presso un altro conto corrente.

La scelta comunque dipende dal correntista che, nel momento in cui lo ritiene più opportuno o nell’eventualità in cui avvengono particolari situazioni, ha la possibilità di decidere personalmente di abrogare, secondo le opportune procedure, il RID bancario.

Come viene erogato il prestito finalizzato?

Tale tipologia di prestito si differenzia dai prestiti personali anche per un altro, importante, aspetto: le modalità di erogazione. In questo, il prestito personale finalizzato differisce in modo significativo, tanto da quelli personali, quanto dalla Cessione del Quinto dello stipendio/pensione. La differenza sostanziale è che, con un finanziamento finalizzato, la somma richiesta non viene erogata direttamente sul conto corrente del consumatore. L’esercente convenzionato è una figura centrale in questo senso, in quanto è lui che propone questa tipologia di prestito al cliente. È sempre l’esercente o dealer che deve raccogliere i documenti necessari per l’istruttoria e inviare la richiesta alla banca o alla finanziaria convenzionata. L’istituto bancario deve, a questo punto, valutare la richiesta e, in caso di esito positivo, erogare la somma sul suo conto corrente. Infine, il commerciante convenzionato consegna il bene al cliente e conclude la vendita. Il denaro prestato dalla finanziaria o banca, in sostanza, viene accreditato direttamente alla società che vende il bene o servizio per cui si è richiesto il finanziamento finalizzato.

Si può recedere dal prestito finalizzato?

La risposta è affermativa. Dopo aver sottoscritto un finanziamento di questo tipo è possibile recedere dal contratto entro 14 giorni dalla data della firma. Per farlo, occorre inviare una comunicazione all’Istituto finanziatore secondo le modalità indicate e, cosa importante, non è necessario dare delle motivazioni per il recesso. Nel caso si fosse già ricevuto il prestito personale finalizzato, in tutto o in parte, si deve restituire la somma ricevuta entro 30 giorni dalla comunicazione di recesso (compreso il pagamento degli interessi maturati). Inoltre, si può rimborsare anticipatamente, e in qualsiasi momento, tutto o parte dell’importo dovuto. Con il rimborso anticipato si ha la riduzione del costo totale del credito, pari all’importo di interessi ed eventuali costi relativi al contratto.

Quali rischi ci sono per un prestito finalizzato non pagato?

Se, da un lato, questa tipologia di finanziamenti presenta molti vantaggi, dall’altro occorre ricordare che è previsto l’obbligo per il beneficiario di restituire la somma ricevuta tramite un pagamento rateale prestabilito. Un prestito finalizzato auto non pagato può portare, come conseguenza, il finanziatore a ricorrere a tutte le azioni previste dalla legge per la riscossione del suo credito, che comprendono anche il ricorso al giudice. Inoltre, il mancato rispetto delle scadenze previste per il pagamento delle rate può comportare alla fine anche dei costi maggiori: si pensi, ad esempio, agli interessi di mora che non sono compresi nel TAEG. In quest’ottica, chi avesse già contratto dei finanziamenti in passato potrebbe non essere ritenuto meritevole per l’ottenimento di un credito aggiuntivo.