Quante cessioni del quinto si possono fare

Quante cessioni del quinto si possono fare?

Quando si avverte la necessità di ottenere un prestito personale, senza dover necessariamente fornire indicazioni specifiche riguardo all’utilizzo dei fondi richiesti, è possibile accedere a una forma di finanziamento non vincolata. Si tratta di un’opzione creditizia disponibile presso Istituti finanziari come banche o società specializzate, che consente al richiedente, ossia il debitore, di disporre dei fondi in completa libertà per il loro utilizzo. Questa modalità di prestito può essere concessa tramite l’istruttoria della “cessione del quinto”, anche detta cessione del quinto dello stipendio o cessione del quinto della pensione.

In pratica, attraverso questa soluzione, la rata del finanziamento che deve essere restituita all’istituto bancario viene trattenuta direttamente dalla busta paga o dalla pensione, a patto che questa non sia superiore ad un quinto dello stipendio.

A detta di ciò, pertanto, fino a quante cessioni del quinto si possono fare Vediamolo nel dettaglio di seguito.

Quante cessioni del quinto si possono fare?

Chi ha la necessità di sostenere delle spese il cui impegno economico è anche ingente, come visto, ha la possibilità di rivolgersi alla banca e presentare domanda per la cessione del quinto, la quale presenta però un certo limite: l’importo della rata mensile che deve essere rimborsata non può superare un quinto dello stipendio o della pensione del debitore.

Ciò significa, quindi, che importi superiori a tale limite (del quinto) non saranno mai ammessi all’interno di un piano di ammortamento e, di conseguenza, anche il prestito sarà rifiutato.

Alla domanda “quante cessioni del quinto si possono fare”, quindi, la risposta viene da sé: non è, infatti, possibile richiedere due cessioni contemporaneamente.

Più precisamente, non esiste un limite al numero di cessioni del quinto che, nel corso della propria vita, si possono richiedere, ma comunque non è possibile presentare domanda per una seconda cessione se ce n’è una ancora attiva. La legge, difatti, non prevedere che in busta paga ci siano due trattenute a titolo di cessione del quinto.

A questo, però, non significa che non ci sia un’alternativa.

La normativa, infatti, contempla la possibilità di richiedere due tipologie di prestito, accettando, quindi, due trattenute in busta paga, ma presentate con nomi diversi. Cosa significa?

Un soggetto che ha la necessità di disporre di maggiore liquidità e ha già una cessione del quinto dello stipendio o della pensione attiva può, per legge, presentare richiesta per un altro finanziamento, in modo da aumentare l’importo a disposizione. Quale? In questo caso la soluzione è la delega di pagamento, anche detto doppio quinto.

Il Prestito delega o doppio quinto dello stipendio

Sono diversi i soggetti che, interessati a richiedere un prestito con trattenuta sulla busta paga, al momento della stipula del contratto di finanziamento si chiedono: quante cessioni del quinto dello stipendio si possono fare?

La legge a tal proposito parla chiaro: in caso di cessioni dello stipendio o della pensione già attive, è necessario procedere con la loro estinzione, se si intende disporre di nuova liquidità sottoforma di cessione, a meno che non si presenta richiesta per una nuova forma di credito.

In tal caso, un’ottima soluzione è il prestito delega, anche conosciuto come doppio quinto. Si tratta di una forma di prestito che, pur non essendo una vera e propria cessione del quinto, si basa sul rimborso di rate fisse mensili trattenute direttamente dallo stipendio o dalla pensione del richiedente.

Per potervi accedere, è buona prassi operativa aver attiva o aver già inoltrato una domanda di cessione del quinto. Lo scopo è quello di ottenere una liquidità ulteriore, in aggiunta a quella già richiesta, al fine di far fronte a diverse tipologie di spese.

Anche in questo caso, però, c’è un limite massimo all’importo delle rate che possono essere prelevate: questo è fissato al 20% del reddito mensile. Ciò significa che l’ammontare massimo raggiungibile, unendo cessione del quinto e prestito delega, non potrà essere superiore al 40% del reddito complessivo. In alcuni casi, su espressa autorizzazione concessa dal datore di lavoro si può istruire una delega di pagamento con rata superiore al quinto dello stipendio, entro il terzo, purché il totale delle trattenute mensili (cessione e delega) non sia superiore al 50% dello stipendio netto.

Quante cessioni del quinto si possono fare: le altre alternative possibili

Dopo aver analizzato quante cessione del quinto si possono fare, è adesso utile introdurre un’altra opzione al doppio quinto, ovvero quella del rinnovo della cessione.

Nel caso in cui, infatti, non si voglia affrontare un nuovo finanziamento oppure la richiesta di delega del prestito al datore di lavoro non è andata a buon fine, ma si necessita comunque di ulteriore liquidità, il debitore ha la possibilità di presentare una richiesta di rinnovo del credito attivo.

Abbiamo visto, infatti, rispondendo alla domanda “quante cessione del quinto si possono fare?”, che non è possibile richiedere contemporaneamente due cessioni, ma è comunque consentito rinnovare quella già presente.

Anche in questa situazione, tuttavia, vi sono delle disposizioni da rispettare. Ad esempio, è necessario aver estinto almeno il 40% del debito residuo iniziale oppure, solo nel caso in cui la durata del prestito iniziale sia pari a 60 mesi, ovvero 5 anni, sarà sufficiente rinnovare il finanziamento con un nuovo prestito che abbia però una durata pari esclusivamente a 120 mesi, che è la massima consentita, a patto che il nuovo prestito sia anche il primo a lungo termine richiesto dal cliente.

In tal senso, durante il processo di rinnovo, una parte del nuovo prestito concesso verrà utilizzata per estinguere il saldo rimanente della vecchia cessione, mentre la somma restante rappresenterà la liquidità di credito aggiuntiva messa a disposizione del cliente, al fine di aiutarlo a sostenere le spese.

Tali importi verranno stabiliti inizialmente, attraverso il calcolo del conto estintivo, il quale consentirà di determinare l’ammontare, in termini di capitale residuo e spese, che il soggetto deve ancora rimborsare alla banca, nonché di valutare il rimborso delle coperture non godute e le commissioni già versate in anticipo.

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