Quando decade un prestito non pagato
Al momento della stipula di un contratto di prestito con una società finanziaria o un Istituto di Credito, il richiedente si impegna a restituire quanto ricevuto secondo regole e tempi ben precisi (nel rispetto del cosiddetto piano di ammortamento). In tale documento sono infatti riportate una serie di disposizioni che, da un lato, tutelano l’istituto in caso di mancato pagamento e, dall’altro, mettono il pagatore nella condizione di poter onorare il debito. Rispetto al rimborso, in particolare, il titolare del finanziamento deve prestare attenzione agli interessi applicati e a quelli di mora.
Questi ultimi sono importantissimi, perché rappresentano il primo provvedimento che la banca intraprende qualora una o più rate del prestito non venissero pagate nei tempi concordati contrattualmente. In realtà, esistono delle circostanze particolari per cui il soggetto insolvente viene esonerato dagli obblighi di debitore: si tratta, cioè, di quando decade un prestito non pagato. Per quanto vincolanti, i termini stabiliti dall’istituto sono limitati ad un dato periodo di tempo, oltre il quale il cliente non è più tenuto a pagare.
Ne parleremo in dettaglio in questo articolo, identificando fasi, tempi e casistiche in cui è prevista per il prestito non restituito prescrizione e. più in generale, cosa capita quando si è di fronte a un finanziamento non pagato dopo 5 anni o più.
Quando decade un prestito non pagato: l’iter
Gli Istituti che concedono credito possono avvalersi di una serie di strumenti per esigere il pagamento delle rate del prestito, quando si trovano di fronte a clienti inadempienti, cosiddetti insolventi. Non di rado, infatti, capita che, sebbene in possesso dei requisiti reddituali, alcuni soggetti titolari di un finanziamento non rispettino le condizioni per il rimborso del medesimo. Per tale ragione, le banche possono avanzare delle richieste nei loro confronti, sollecitandoli a pagare e ricorrendo, nella peggiore delle ipotesi, anche al tribunale.
In principio, il debitore accumula dei ritardi limitati a pochi mesi o a poche rate, che se protratti a lungo, possono anche sfociare nella risoluzione stessa dell’accordo da parte della finanziaria o Istituto di Credito, tramite la cosiddetta decadenza del beneficio del termine. Ciò non equivale all’esonero dal pagamento, ma obbliga il contraente a versare la somma dovuta in un’unica soluzione, non più rateizzata, compresi i costi degli interessi.
Oltre i sei mesi, periodo durante il quale le rate non sono state saldate, si parla di inadempimento, il che comporta l’attuazione di una procedura ulteriore. In tal caso, per estinguere il finanziamento, la banca può chiedere un decreto ingiuntivo, ossia un provvedimento del tribunale con cui il titolare viene avvisato nuovamente di essere in debito. Entro 40 giorni, quest’ultimo potrà opporsi, dando ragione delle motivazioni per cui le somme non sono state restituite, oppure procedere al pagamento.
Nella peggiore delle ipotesi, se tutto ciò non avesse portato al risultato atteso, scatta il pignoramento dei beni, tra cui possono rientrare tra l’altro il conto corrente, il fondo pensione e gli immobili.
A fronte di tale provvedimento, il richiedente rientra a tutti gli effetti nelle liste dei cattivi pagatori, ossia nella banca dati della CRIF, il che può compromettere, non solo i rapporti con la società finanziaria, ma la possibilità di accedere a futuri piani di prestito presso altri Istituti di Credito.
Alla luce di quanto detto, è evidente che ci siano conseguenze piuttosto gravi per chi non effettua il rimborso del credito entro i termini stabiliti.
Cosa avviene se un debito si protrae per molto tempo senza il suo rimborso puntuale? Se si è in presenza di un prestito non pagato dopo 5 anni, 10 o più, esiste una procedura chiamata prescrizione. Vediamo di cosa si tratta nelle prossime righe.
Quando decade un prestito non pagato: la prescrizione
Si sente spesso dire che i finanziamenti non pagati vanno prescrizione, ma che cosa vuol dire esattamente? In che modo tale procedura si applica per legge?
Per prescrizione si intende l’archiviazione della pratica legata al debito, ovvero il cessato obbligo, da parte del debitore, di estinguere il debito, poiché sono scaduti i termini entro i quali la banca o l’Istituto erogante può richiederlo e ottenerlo.
Se, dopo l’applicazione degli interessi moratori, gli avvisi di pagamento ripetuti e la segnalazione alla lista dei cattivi pagatori, l’individuo interessato non restituisce quanto stabilito dal contratto, il creditore ha diritto di denunciarlo. In tal senso, prende avvio un iter con ripercussioni legali non indifferenti e si rischia la confisca dei beni. Solo dopo tutti questi provvedimenti e un tempo mediamente lungo, sussisteranno le condizioni per parlare di prescrizione.
Di norma, un prestito non pagato dopo 10 anni decade, ma ciò può avvenire, in certi casi, anche solo dopo 5.
Ad esempio la maggior parte dei finanziamenti accordati per l’acquisto di beni e servizi, fatto salvo per le utenze domestiche, vanno in prescrizione a distanza di un decennio dalla stipula del contratto.
Bastano invece 5 anni per l’estinzione dei debiti che riguardano bollette non pagate.
Tutte le regole e le disposizioni a tal proposito sono definite con chiarezza nel Codice civile, in cui sono indicati, per ogni tipologia di mancato pagamento, i tempi esatti entro cui il debito cade in prescrizione.
Nonostante la possibilità di non ripagare un prestito possa essere allettante per alcuni, soprattutto davanti a importi molto elevati da sostenere, non è per nulla consigliabile rifiutarsi di farlo e attendere il decorrere del termine.
Come abbiamo visto sin qui, le finanziarie applicano sanzioni pesanti e possono arrivare a denunciare i clienti insolventi, il che comporta una denuncia e l’eventuale pignoramento dei beni. In qualunque caso, al di là di sapere quando decade un prestito non pagato, è importante considerare le ripercussioni economiche e legali che la scelta di sottrarsi agli obblighi di pagatore possa comportare per il presente e il futuro. Non solo, infatti, il finanziamento in essere viene sciolto per insolvenza, ma ciò avrà degli effetti anche sulle richieste future.