Prossima riunione BCE 2023

Prossime riunioni BCE 2023

Le riunioni del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea sono un appuntamento decisivo per dettare regole e misure di politica monetaria che influiscono direttamente sull’andamento dei mercati finanziari. Il governing council, organo decisionale dell’Istituto, si riunisce periodicamente per discutere questioni di importanza cruciale, come la valutazione sui tassi di interesse. Proprio in merito a questo tema, nei primi incontri previsti dal calendario riunioni BCE 2023, i membri dell’assemblea avevano espresso la necessità di aumentare step by step il valore degli interessi, in modo da riportare l’inflazione a livelli accettabili.

Le scelte finanziarie sull’andamento dei tassi incidono pertanto direttamente sugli aspetti macroeconomici, anche con riferimento al trend inflazionistico in corso. Data la centralità dell’argomento, il consiglio si aggiorna costantemente, per tracciare un quadro della situazione finanziaria ed emanare misure atte a salvaguardare l’economia dell’euro zona.

Dopo la delibera di febbraio, con cui la Banca ha disposto l’innalzamento dei tassi di riferimento di 50 punti percentuali, si attendono nuovi aggiornamenti in merito, che verranno discussi in occasione della prossima riunione BCE 2023.

Quali temi saranno portati all’ordine del giorno, qual è la data in cui il Consiglio si riunisce e che cosa dicono gli azionisti europei rispetto alla situazione? Parleremo di tutto ciò nell’articolo.

Quando si terrà la prossima riunione Banca Centrale Europea

Se dalle scorse minute la BCE ha fatto intendere che l’intenzione sia quella di continuare nella direzione dell’aumento dei tassi d’interesse, allo scopo di far rientrare i livelli d’inflazione sotto il 2%, soglia così definita accettabile per non erodere il potere di acquisto e non rallentare eccessivamente i flussi di produzione e servizi, la prossima riunione BCE 2023 potrebbe essere decisiva per consolidare questa tendenza e vedere gli effetti sul mercato. Per il mondo del credito, soluzioni come i finanziamenti e i prestiti personali a tasso variabile saranno soggetti a possibili incrementi, con riferimento all’andamento dei tassi.

L’organo organizza incontri con una cadenza abbastanza ravvicinata, ovvero abitualmente due volte al mese. È però soltanto ogni sei settimane che vengono annunciati i provvedimenti presi in materia di politica monetaria, attraverso le conferenze stampa.

Nella data di giovedì 16 marzo è dunque previsto un meeting a Francoforte, sul quale la presidentessa dell’istituto, Christine Lagarde, ha già rilasciato qualche dichiarazione, anticipando in qualche modo le intenzioni.

Analizzando la situazione corrente dei mercati finanziari, ha affermato che è probabile che, anche per la prossima riunione, si decida di rimanere sulla linea del rialzo dei tassi d’interesse. L’obiettivo primario è quello di far scendere l’inflazione, ad oggi ancora troppo alta; pertanto, si rivela necessario prendere provvedimenti per aumentare ulteriormente il loro valore, forse addirittura di altri 50 punti percentuali.

Lagarde ha spiegato inoltre che per gestire al meglio la situazione e ottenere risultati soddisfacenti sul fronte inflazionistico, sarà necessario adottare misure apposite, finalizzate a mantenere i prezzi stabili e impedirne, così, l’eccessiva oscillazione.

Quali sono le opinioni dei tre “principali azionisti” della BCE riguardo all’andamento dell’economia e alle future mosse per sanarla? Francia, Germania e Italia giocano un ruolo fondamentale nel processo decisionale ed anche per la prossima riunione BCE 2023, i governatori di questi paesi si sono fatti un’idea della direzione che la politica monetaria dovrebbe intraprendere.

Cosa dicono i paesi UE

Il consiglio direttivo della BCE si compone di 25 membri: 6 fanno parte dell’organo esecutivo, ovvero presidente, vicepresidente e 4 soggetti nominati dal consiglio europeo; inoltre, ci sono 19 governatori, i rappresentanti delle banche centrali dei paesi dell’euro zona.

Germania, Francia e Italia sono le nazioni che detengono le maggiori quote di partecipazione alla BCE, pertanto, i governatori delle tre principali banche d’Europa hanno notevole voce in capitolo rispetto ai temi cruciali dell’economia del continente

Anche rispetto all’ultima delibera dell’Istituto, Nagel, Villeroy e Visco hanno espresso le loro opinioni, portando avanti diverse ipotesi e punti di vista circa le misure da adottare per risolvere la complicata situazione finanziaria nella quale ci troviamo.

Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, si trova in accordo con le decisioni della BCE prese finora, a favore di un innalzamento dei tassi d’interesse, un orientamento che sembrerebbe riconfermarsi anche per la prossima riunione BCE 2023, da quanto preannunciato dalla stessa presidentessa. Nagel fa un ulteriore passo in avanti e dichiara di aspettarsi degli altri significativi rialzi per il futuro, che probabilmente si protrarranno anche oltre il mese di marzo.

Il governatore francese Francois Villeroy de Galhau assume una linea più cauta, facendo intendere che l’aumento dei tassi è sì necessario, ma andrebbe attuato gradualmente. Il portavoce della Banque de France guarda con scetticismo il progredire della manovra per molti mesi, auspicando che l’incremento dei valori degli interessi si fermi entro e non oltre il prossimo settembre.

Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, accoglie l’appello d’Oltralpe e invita i legislatori europei a considerare l’ipotesi di effettuare una graduale normalizzazione monetaria. Aggiunge poi che l’inflazione sta chiaramente mostrando segni di rallentamento come dimostrato dai dati statistici, che vedono una forte decelerazione dei prezzi anche sul breve termine. Per tali ragioni, Visco chiede di riconsiderare la posizione assunta attualmente dalla BCE, in favore di un ritorno graduale a tassi più bassi.

In ogni caso, si legge nella nota dello scorso incontro datata 2 febbraio, l’approccio del Consiglio direttivo è quello di valutare di volta in volta e quindi, anche dalle prossime riunioni BCE 2023 in programma, le possibili strade da percorrere, in modo da non trascurare alcuna possibilità e basare le decisioni su dati certi.

Se nell’ultimo meeting di Francoforte la Banca Europea aveva espresso la necessità di aumentare i tassi d’interesse per impedire un picco del tasso d’inflazione, le prime dichiarazioni dei rappresentanti dell’Istituto fanno pensare che ci sia tutta l’intenzione di continuare su questa rotta. Tuttavia, alla luce delle richieste avanzate dai principali azionisti e con la consultazione accurata delle più recenti analisi statistiche, si avrà un’idea più chiara del livello d’inflazione attuale e dell’efficacia della politica monetaria intrapresa.

Auspicabilmente, in presenza delle condizioni ideali, la BCE potrà, nei prossimi mesi del 2023, anche valutare la possibilità di non incrementare ulteriormente i tassi di interesse. Con il prossimo appuntamento avremo maggiori dettagli sull’andamento dell’economia europea e potremmo trarre conclusioni più certe circa l’orientamento dei tasso d’inflazione, una variabile fondamentale per definire le politiche monetarie.

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