Prestito infruttifero
Tra le diverse forme di prestito esistenti rientra anche il cosiddetto “prestito infruttifero“. Si tratta di una particolare tipologia di finanziamento che viene stipulato tra privati, come amici, parenti e soci, e non prevede abitualmente la maturazione di interessi. Questo significa che, una volta stipulato il contratto di prestito infruttifero, la restituzione dell’importo erogato non prevedrà alcuna maggiorazione e potrà avvenire tramite delle rate o in un’unica soluzione, a seconda degli accordi tra le parti.
La caratteristica peculiare di questo finanziamento, quindi, risiede nel fatto che, non prevedendo la presenza di intermediari, non è necessario recarsi presso una banca o un istituto di credito per la stipula del contratto e, per tale ragione, non saranno neanche previsti dei costi accessori sulla somma erogata. Questo lo differenzia da altre soluzioni di credito più tradizionali, come i Prestiti INPS o altre soluzioni.
Nello specifico, quindi, un prestito infruttifero tra privati non è altro che un accordo preso tra le parti coinvolte, basato sulla concessione di denaro a chi ne fa richiesta e regolamentata dal vincolo restitutivo di pari valore. È proprio quest’ultimo aspetto che differenzia, infatti, il prestito infruttifero dalla donazione, nella quale, al contrario, non è previsto alcun rimborso per l’ammontare prestato.
Va ricordato che, nonostante possa essere stipulato un prestito infruttifero senza scadenza, la restituzione del debito rimane comunque obbligatoria. Inoltre, questo tipo di finanziamento può essere erogato una tantum, in forma occasionale a persone che si conoscono tra di loro. Non è, infatti, prevista la possibilità di concedere tale tipologia di credito ad uno sconosciuto e perlopiù in forma abituale: potrebbe essere vista come attività elusiva e sospetta.
È utile chiarire, difatti, che benché si tratti di una tipologia di credito semplice da erogare, questa è comunque disciplinata da specifiche norme, utili da conoscere per evitare di incorrere verso problemi con le autorità e anche con l’Agenzia delle Entrate. Tutto, in tal senso, deve essere visibile e tracciabile, in modo che, in caso di verifiche, tutti gli scambi di denaro tra le parti possano essere facilmente giustificabilie considerati regolari.
Cosa accade nel caso di una mancata restituzione del prestito infruttifero da parte del debitore nei tempi prestabiliti?
Il creditore ha la possibilità di rivolgersi ad un giudice per poter ottenere un decreto ingiuntivo che gli consenta di recuperare la somma ceduta. Dopo i 40 giorni, se il debitore non ha fatto opposizione e non ha rimborsato l’ammontare richiesto, si potrà procedere con l’esecuzione forzata del pagamento.
Prestito infruttifero: tutte le regole da seguire
Affinché si possa evitare di incorrere in pesanti sanzioni da parte delle autorità e dell’Agenzia delle Entrate è necessario rispettare specifiche regole, senza le quali si potrebbe andare incontro a problemi di varia natura, oltre che essere accusati di reati di una certa gravità.
Nonostante, quindi, il prestito infruttifero sia un finanziamento stipulato tra soggetti privati che si conoscono, senza la presenza di una figura che faccia da intermediario, è fondamentale essere a conoscenza delle regole da rispettare in questo specifico caso.
Le Autorità di Vigilanza, dati i diversi movimenti illeciti di denaro, infatti, sono diventate meno tolleranti nei confronti degli scambi monetari tra privati, motivo per il quale periodicamente vengono messi in atto specifici accertamenti finalizzati a verificare e accertare la sussistenza del prestito.
Per tale ragione, quando si stipula un prestito infruttifero tra privati è sempre opportuno conoscere la normativa vigente e le possibili conseguenze previste in caso di mancato rispetto della legge.
Tra i primi aspetti da non sottovalutare quando si decide di usufruire di questa tipologia di finanziamento è che l’importo richiesto ed erogato superi la soglia di legge fissata per il contante: in questo caso il prestito dovrà essere effettuato tramite un intermediario abilitato, ovvero una banca o un istituto di credito.
Oltre a ciò, è indispensabile tenere presente che somme di denaro superiori ai 1.000 euro devono essere perfettamente tracciabili. In tal senso, è opportuno che l’erogazione e il rimborso dell’ammontare prestato vengano effettuati tramite bonifici su conto corrente o assegni, in modo che, in caso di controlli da parte del fisco, tutti i movimenti eseguiti siano ben visibili e analizzabili.
Cosa accade nel caso in cui, per il prestito fruttifero, i limiti previsti dalla legge non venissero rispettati?
A seconda della gravità e delle verifiche effettuate sullo scambio di denaro, si potrà incorrere verso: la violazione delle norme antiriciclaggio; l’interpretazione del finanziamento come prestito usuraio, con la relativa applicazione delle leggi sull’usura; la considerazione del credito come fruttifero, se non viene specificata la dicitura “senza interessi”.
Tutte le tipologie di prestito infruttifero, spiegate una ad una
Oltre a quanto detto fin qui, è bene specificare che esistono diverse tipologie di prestito infruttifero. Queste sono: il prestito infruttifero stipulato con scrittura privata; il prestito infruttifero epistolare; il prestito infruttifero garantito da cambiali e, infine, il prestito infruttifero con causale di bonifico.
Il primo, ovvero quello che prevede una scrittura privata per il prestito infruttifero, consiste in un finanziamento formalizzato tramite scrittura, con la quale vengono messi nero su bianco gli accordi presi, al fine di tutelare entrambe le parti coinvolte, reciprocamente e anche nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Questa potrà essere, infatti, presa in esame in caso di indagini da parte del fisco e potrà essere presentata come prova, nel caso in cui quest’ultimo abbia bisogno di chiarimenti su alcuni scambi di denaro.
In poche parole, quindi, la scrittura privata del prestito infruttifero, non è altro che il contratto di prestito utile a tutelare entrambe le parti, a dimostrare la sussistenza del finanziamento e dare prova del fatto di non ricevere alcun interesse con il rimborso del prestito. Per essere valida, infatti, questa dovrà contenere al suo interno: i dati completi e precisi delle parti coinvolte (richiedente e creditore); la data conclusiva per la restituzione dell’ammontare erogato; eventuali accordi presi; la causale per la quale avviene il prestito; la modalità di rimborso dell’importo; la data di sottoscrizione del contratto.
Inoltre, nel caso in cui si decidesse di sottoscrivere un prestito infruttifero con scrittura privata, è altamente consigliato registrare l’operazione all’Agenzia delle Entrate, soprattutto se l’importo del finanziamento è elevato. In tale circostanza saranno da pagare: un’imposta da bollo di 16 euro (una ogni quattro facciate di scrittura) e l’imposta di registro, che equivarrà al 3% dell’importo del prestito.
Il prestito infruttifero epistolare, invece, come il precedente, viene stipulato in forma scritta, ma in questo caso la sottoscrizione avviene per corrispondenza. Il contratto cioè viene redatto da una delle parti coinvolte che lo invia per posta all’altra parte, il quale una volta firmato l’accordo lo rispedisce al mittente.
A differenza del precedente, questa scrittura di prestito infruttifero è libera da tassazione, ovvero non dovrà essere registrata e, pertanto, non sarà necessario pagare imposte al fisco.
Il prestito infruttifero garantito da cambiali, invece, è un tipo di finanziamento la cui tutela deriva proprio dalla cambiale, ovvero un titolo di credito che offre al creditore la possibilità di richiedere l’esecuzione forzata del titolo, quindi del pagamento dell’importo previsto, se alla scadenza il debitore non avrà ancora rimborsato l’ammontare dovuto. Anche in questo caso è previsto il pagamento di un’imposta di bollo che andrà indicata sulla cambiale e che sarà pari al dodici per mille della somma della cambiale.
Infine, il prestito infruttifero con causale di bonifico è la forma di credito che consente di scambiare denaro tramite bonifico bancario, in modo che la transazione venga tracciata. Per legge, infatti, sopra un definito importo è necessario rendere lo scambio di denaro visibile, per non incorrere in sanzioni da parte del fisco.
In questa circostanza, sarà necessario utilizzare specifiche causali che rendano ben comprensibile il motivo della transazione. Non c’è un modo prestabilito per giustificare lo scambio, l’importante è che questo venga adeguatamente motivato.