Estinzione finanziamento per decesso
Al momento di valutare la richiesta di un prestito personale, sono davvero moltissimi i fattori che il cliente deve considerare prima di stipulare il contratto. Oltre alle condizioni del finanziamento, che includono, ad esempio, il piano di rimborso previsto, è anche opportuno interrogarsi su come funziona l’estinzione finanziamento per decesso. L’eventuale morte del beneficiario del prestito, infatti, potrebbe comportare una serie di conseguenze che sarebbe meglio conoscere in dettaglio. Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire cosa comporta la comunicazione decesso finanziaria, quali sono le modalità previste e quali le possibili forme di tutela esistenti per evitare, da erede, di trovarsi a sostenere i debiti del defunto.
Estinzione finanziamento per decesso ed eredi: cosa sapere
Quando si stipula un contratto di prestito è possibile anche valutare un’assicurazione sui finanziamenti. Si tratta di una tutela importante per gli eredi che, in caso di morte del beneficiario, potrebbero così evitare di saldare i debiti contratti dal defunto. Senza un’assicurazione, secondo il Codice Civile, gli eredi possono evitare di prendersi carico dei debiti del defunto solo rinunciando all’eredità. Un’altra possibile soluzione alternativa all’assicurazione e alla rinuncia all’eredità, potrebbe essere l’accettazione da parte dell’erede dell’eredità con “beneficio di inventario”, ovvero con una separazione tra patrimonio dell’erede e patrimonio effettivamente ereditato. Tramite tale accettazione parziale, i creditori avranno la possibilità di rivalersi unicamente sui beni ereditati, e non sui beni personali dell’erede. In sostanza, l’erede dovrà rispondere di eventuali debiti del defunto, ma unicamente con il patrimonio ereditato.
Come funzionano le assicurazioni per i prestiti
Il tema dell’estinzione finanziamento per decesso è molto importante e, come abbiamo visto, la stipula di assicurazioni può essere una buona tutela per evitare di lasciare debiti agli eredi. In questo caso, occorre una polizza temporanea caso morte, ovvero un’assicurazione specifica che, alla morte del richiedente, si impegna a versare un premio all’erede destinato per pagare i debiti all’istituto bancario o finanziario.
Soprattutto se si progetta di richiedere un prestito importante è bene considerare anche l’estinzione finanziamento per decesso e prendere le opportune tutele con questa tipologia di polizze, valutandone però attentamente cause ed effettiva copertura. Si consideri, però, che la copertura assicurativa per i prestiti non è obbligatoria, a differenza di quello che accade per la Cessione del Quinto. Le polizze specifiche a cui si è fatto riferimento per i prestiti personali sono dette Cpi (Credit Protection Insurance), e garantiscono sostanzialmente l’estinzione finanziamento per decesso, ma anche per invalidità totale permanente, temporanea (spesso fino a 12 mesi), perdita del lavoro (per 2 mesi almeno) e grave situazione finanziaria.
Richiesta estinzione anticipata finanziamento per decesso: come funziona
Con l’assicurazione, in caso di decesso, non sarà più obbligatorio per gli eredi rimborsare la banca. Anche per questo, al momento della stipula, il soggetto richiedente deve sottoscrivere un’autocertificazione sul suo stato di salute. In caso di prestiti di importo superiore ai 50.000 euro, o di età avanzata, l’assicurazione potrebbe richiedere come garanzia ulteriore un certificato medico. In questi casi infatti gli Istituti di Credito e gli Intermediari finanziari, prima di erogare effettivamente la somma prevista, richiedono al medico curante di compilare il questionario sul buono stato di salute del cliente finanziato. Il consiglio è quello di valutare bene la stipula della polizza, per limitare il rischio di brutte sorprese e vedersi garantita l’estinzione finanziamento per decesso. Ci sono, ad esempio, alcuni casi specifici esclusi dal rischio morte, come ad esempio il suicidio dell’assicurato nei primi 24 mesi dalla stipula, insorgenza di malattie gravi omesse nell’autocertificazione medica o la partecipazione a eventi dolosi. Dopo la comunicazione decesso finanziaria, gli eredi senza assicurazione sono, dunque, chiamati a sostenere i debiti del defunto, laddove accettino l’eredità. Esiste, però, la possibilità remota che un prestito vada in prescrizione se sono trascorsi più di dieci anni dal pagamento dell’ultima rata e se, in questo lasso di tempo, la banca non ha inviato lettere di sollecito al defunto, quando era ancora in vita, o agli eredi.
Cessione del Quinto e assicurazione: cosa sapere
Come già accennato, per i prestiti personali non è sostanzialmente obbligatorio stipulare un’assicurazione sulla vita (la sottoscrizione rientra nelle policy dei vari Istituti), ma le cose cambiano se parliamo di una Cessione del Quinto, che fa parte di una tipologia di finanziamenti ben precisa. La Cessione del Quinto, che è un prestito la cui rata mensile viene rimborsata con trattenuta di non oltre il 20% della busta paga o della pensione, richiede obbligatoriamente una polizza assicurativa contro il rischio vita e rischio impiego. Ne consegue che, senza una polizza di questo tipo, non sarà possibile ottenere tale finanziamento. La polizza è vista come una garanzia a tutela dell’ente erogatore. L’estinzione finanziamento per decesso, in caso di Cessione del Quinto, è quindi di pertinenza della compagnia assicurativa, e questo vale tanto per i pensionati, quanto per i dipendenti. Attenzione però, quando si parla di estinzione finanziamento per decesso e Cessione del Quinto è sempre bene controllare anche in questo caso che non vi siano delle cause di esclusione che potrebbero rendere non completa la copertura assicurativa. In questi casi, sono gli eredi a dover rimborsare in prima persona l’istituto bancario, laddove accettino l’eredità.