Disdire un finanziamento già accettato

Disdire un finanziamento già accettato

In alcune specifiche situazioni potrebbe essere molto utile sapere come disdire un finanziamento già accettato. Le modalità di recesso finanziamento cambiano a seconda dei casi e occorre anche rispettare alcune scadenze per evitare di dover pagare penali o costi aggiuntivi. Si può annullare una pratica di finanziamento, è vero, ma per farlo è essenziale conoscere e rispettare le condizioni che sono state accettate al momento della stipula del contratto, oltre che le tempistiche. Nei prossimi paragrafi cercheremo di fornire alcune informazioni su modalità, scadenze e tempistiche previste per disdire un finanziamento già accettato, soffermandoci anche su possibili criticità.

Annullare finanziamento approvato: scadenze

Si può annullare una pratica di finanziamento? La risposta è affermativa, ma occorre rispettare in modo ben preciso delle scadenze così da esercitare il diritto di recesso finanziamento. Conoscere tali scadenze è essenziale se non si vuole correre il rischio di avere brutte sorprese. Ad esempio, si può esercitare il diritto di recesso e disdire un finanziamento già accettato entro 14 giorni da quando la banca ha erogato il prestito. Rispettando tale scadenza, non si è tenuti in alcun modo a fornire sostanziali spiegazioni sul motivo per cui si è deciso di annullare finanziamento approvato. Esercitare quindi il diritto di recesso entro 14 giorni dall’erogazione del prestito permette al debitore che vuole annullare finanziamento approvato di restituire esclusivamente il 100% della somma erogata.

Per farlo è sufficiente inoltrare alla banca una raccomandata con ricevuta di ritorno che contenga la comunicazione di recesso. A questo proposito, ricordiamo che le modalità per disdire un finanziamento già accettato tramite invio di comunicazione di recesso possono variare di banca in banca. 

Disdire un finanziamento già accettato dopo 14 giorni

Come abbiamo appena visto, è possibile disdire un finanziamento già accettato, senza pagare alcuna penale, semplicemente rispettando le scadenze previste. Se fossero, però, già trascorsi 14 giorni dalla stipula del contratto, non si parlerebbe più di diritto di recesso, bensì di estinzione anticipata del debito. Ne consegue che annullare un finanziamento dopo 14 giorni sia possibile ma, oltre alla restituzione del totale della somma versata, bisognerà anche corrispondere alla banca le penali che sono state previste per l’estinzione anticipata.

Come funziona l’estinzione anticipata?

Quando, per diverse cause, ci si trova nella condizione di dover disdire un finanziamento già accettato, abbiamo visto quanto sia essenziale rispettare le scadenze previste per evitare di dover sostenere penali o costi aggiuntivi. Se parliamo di estinzione anticipata, si fa riferimento alla possibilità del debitore di rimborsare un finanziamento in anticipo rispetto alle tempistiche concordate. Tale eventualità, come è facile intuire, prevede spesso il pagamento di un onere aggiuntivo. Inoltre, chi fosse interessato a disdire un finanziamento già accettato secondo tale modalità, deve sapere che l’estinzione può essere totale o parziale a seconda rispettivamente che si decida di rimborsare l’intero debito residuo o solo una parte di esso. Si può annullare un finanziamento con estinzione anticipata totale versando l’intero debito residuo, che è formato dalla parte di capitale non ancora rimborsato più gli interessi che sono già maturati ma non ancora versati dal debitore. In caso di estinzione parziale, invece, il debitore può decidere liberamente l’ammontare della somma di capitale da rimborsare in anticipo. In questo caso, la banca si incarica di ricalcolare il piano di ammortamento sulla base del capitale e del periodo di tempo rimanente (il nuovo piano può avere la medesima durata residua del precedente con una rata inferiore, ovvero avere la medesima rata ma con una durata residua inferiore). Optando per l’estinzione parziale, dunque, il debitore dovrà continuare a pagare delle rate, che però risulteranno sicuramente inferiori rispetto a prima. Infine, con l’estinzione parziale è comunque necessario procedere con il pagamento della penale di estinzione, ove prevista.

Penale di estinzione: che cosa sapere

Come abbiamo visto, si può annullare una pratica di finanziamento tramite l’estinzione anticipata, ma in questo caso è necessario pagare una penale, il cui importo è regolato da stringenti normative. Nello specifico, la riforma del credito a consumo del 2013 ha sancito che la penale di estinzione anticipata per i prestiti debba corrispondere all’1% se la durata residua è superiore ai 12 mesi. In caso di durata residua pari o inferiore ai 12 mesi, invece, la penale da corrispondere alla banca sarà pari allo 0,5%. Ci sono, però, anche delle casistiche in cui si può annullare una pratica di finanziamento senza dover pagare la penale. È il caso, ad esempio, dell’estinzione totale del debito restante in un’unica soluzione, oppure di un importo versato in anticipo che sia pari o inferiore a 10.000 euro. 

Inoltre, la penale non è prevista anche in caso di rimborso che avviene in esecuzione di un contratto con un’assicurazione stipulata a garanzia del credito. Il consiglio, prima di disdire un finanziamento già accettato, è quello di valutare l’importo dell’eventuale penale, che viene calcolata sulla base della somma restituita in anticipo. Il primo step dovrebbe, quindi, consistere nel verificare il debito residuo del finanziamento. A questo punto si può richiedere alla propria banca un conteggio estintivo per avere contezza del capitale, degli interessi e delle spese da pagare.

Si può annullare una pratica di finanziamento in caso di usura o truffa?

La risposta è affermativa, in quanto la Cassazione ha stabilito che i risparmiatori che subissero condizioni di usura da parte di enti creditizi, avrebbero diritto all’annullamento e al rimborso. In questi casi sarebbe possibile, senza problemi, disdire un finanziamento già accettato, ma solo se il prestito stipulato supera il tasso d’usura, ovvero la soglia oltre cui, per legge, scatta l’allarme e il reato da parte del sistema bancario. Per capire se il prestito sottoscritto supera effettivamente il tasso di usura, il consumatore può confrontare il TEG dell’operazione istruita rispetto ai tassi soglia ufficiali fissati con legge antiusura (108/1996). Se il TEG del proprio finanziamento dovesse superare la soglia dei tassi ufficiali fissati con la legge antiusura (108/1996), si deve considerare il prestito annullabile. Dopo l’accertamento dell’irregolarità, la banca deve restituire tutti gli interessi che sono stati pagati sino a quel momento.

Annullare finanziamento approvato: quali altri casistiche

Un’altra situazione in cui, tipicamente, si potrebbe richiedere l’annullamento di un finanziamento aperto è quando, in caso di prestito finalizzato, la consegna del bene o l’erogazione del servizio non dovesse verificarsi. In questo caso, sulla base del codice del consumo in Italia, sarebbe possibile richiedere l’annullamento solamente in presenza di un rapporto di esclusiva tra finanziaria e venditore. Se, però, si parla di consegna di beni, la Corte di Giustizia ha stabilito che il consumatore avrebbe la facoltà di interrompere subito il finanziamento e chiedere la restituzione delle somme già versate. 

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