Consolidamento debiti cattivi pagatori
Il sovraindebitamento è un problema molto serio ed allude alla condizione in cui si trova qualcuno che non può più fare fronte ai propri debiti. Il motivo è legato al fatto che si viene a creare un mancato equilibrio tra patrimonio liquidabile e obbligazioni contratte. Per contrastare tale fenomeno c’è la possibilità del consolidamento debiti, una soluzione di prestito che consente di raggruppare più finanziamenti, richiesti in precedenza, in un unico prestito con un’unica rata mensile.
Esiste, però, la possibilità del prestito di consolidamento debiti cattivi pagatori? La risposta deve essere articolata, poiché le banche richiedono determinate garanzie quali un reddito fisso. Anche chi non è in regola con il pagamento delle rate di un finanziamento, però, può avere la possibilità di uscire dalla sua situazione di sovraindebitamento presentando alcune garanzie aggiuntive o ricorrendo per esempio alla cessione del Quinto, dello stipendio o della pensione. Nei prossimi paragrafi cercheremo di spiegare come funziona il prestito di consolidamento debiti cattivo pagatore, quali sono i requisiti e gli aspetti di cui tenere conto.
Chi sono i cattivi pagatori?
Prima di parlare, dettagliatamente, di come funziona il consolidamento debiti per cattivi pagatori, è forse opportuno chiarire meglio che cosa si intende con questa definizione. Per cattivo pagatore si intende una persona che, non avendo pagato due o più rate di un finanziamento, viene registrata nell’apposita sezione del Crif, il Sistema di Informazione creditizio, che è accessibile a tutti gli istituti bancari aderenti al circuito in qualsiasi momento.
I cattivi pagatori vanno incontro a notevoli difficoltà nell’ottenimento di altri prestiti, si tratta quindi di una condizione che andrebbe evitata in tutti i modi. Chi, però, dovesse trovarsi in questa situazione molto delicata, può contrastare il sovraindebitamento accedendo ai prestiti consolidamento debiti cattivi pagatori solo in presenza di alcuni requisiti ben precisi. In alternativa, può accedere a una specifica categoria di finanziamenti: le cessioni del Quinto e le delegazioni di pagamento.
Che cos’è il consolidamento debiti?
Una volta chiarito che esistono anche delle possibilità per il consolidamento debiti a cattivi pagatori, vediamo, esattamente, come funziona questa specifica tipologia di finanziamento. Con il consolidamento debiti è possibile sottoscrivere finanziamenti con rate mensili molto più abbordabili rispetto alla somma di tutti i prestiti contratti. Il consolidamento debiti è stato introdotto dal Decreto Legge n.212/2011 e può essere accettato o rifiutato dalle banche a seconda delle condizioni. Per ottenere un prestito consolidamento debiti bisogna rispondere ad alcuni requisiti: avere tra 18 e 75 anni, avere un’anzianità lavorativa che non sia inferiore a 1-2 anni, avere un contratto a tempo indeterminato per i dipendenti (reddito dimostrabile per autonomi) o essere titolari di pensione.
I documenti da presentare includono tutti i finanziamenti aperti per cui si chiede il consolidamento debiti e le dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni. Non solo, bisogna presentare anche l’attestazione sulla fattibilità del piano e la lista delle spese correnti a garanzia del proprio sostentamento.
Prestiti per consolidamento debiti a cattivi pagatori: come funzionano
Quando parliamo di consolidamento debiti cattivi pagatori autonomi, dipendenti e pensionati devono sapere che possono accedere a questa tipologia di finanziamento solo a determinate condizioni. La cosa migliore sarebbe richiedere il consolidamento debiti prima di diventare dei cattivi pagatori, ovvero prima di non riuscire più a corrispondere le rate dei finanziamenti. Una volta registrati come cattivi pagatori è del tutto normale che gli istituti bancari richiedano maggiori garanzie. Per questo motivo, per ottenere un prestito consolidamento debiti cattivo pagatore è necessario avere uno stipendio da lavoratore pubblico, da dipendente privato (in un’azienda con più di 15 dipendenti), o avere una pensione contributiva.
Si richiede spesso anche l’aver maturato un TFR pari o superiore al debito contratto con la banca. Per accedere al prestito di consolidamento debiti cattivi pagatori autonomi o disoccupati possono procedere richiedendo una fidejussione, ovvero una garanzia di carattere personale mediante cui un soggetto, detto fideiussore, si obbliga nei confronti del creditore a soddisfare l’obbligazione assunta da altri. Il consolidamento debiti cattivi pagatori con fidejussione prevede che vi sia un garante che possa dimostrare uno stipendio fisso o una pensione e che abbia anche un buon merito creditizio. Esiste poi anche un’ulteriore possibilità: quella di accendere un’ipoteca su un immobile di proprietà.
Prestiti consolidamento debiti cattivi pagatori: la cessione del Quinto
Come si è visto, le soluzioni di consolidamento debiti per cattivi pagatori richiedono la presenza di garanzie ulteriori rispetto al normale, si pensi ad esempio alla figura del garante. Abbiamo, però, anche già accennato a una possibile alternativa più che valida, da utilizzare alla stregua di un prestito di consolidamento debiti cattivi pagatori: la cessione del Quinto dello stipendio (e l’analoga Delegazione di pagamento) o della pensione. Tale formula permette a lavoratori dipendenti e pensionati di accedere al credito in modo semplificato, anche quando si è stati registrati come cattivi pagatori.
Anche la cessione del Quinto, infatti, permette di dilazionare nel tempo la restituzione delle rate di un debito, ottenendo così sin da subito delle rate di importo inferiore rispetto a prima. In questo modo, anche i cattivi pagatori possono ottenere nuova liquidità da accorpare alla rata unica per i più finanziamenti aperti. Con la cessione del Quinto, il finanziamento viene garantito dalla busta paga o dalla pensione, questo perché è direttamente il datore di lavoro, e non il richiedente, a pagare l’estinzione del prestito.
L’importo della rata, infatti, viene trattenuto direttamente dal datore di lavoro dalla busta paga del dipendente. Chi volesse procedere con la cessione del Quinto come consolidamento debiti cattivi pagatori, deve anche mettere in conto che dovrà stipulare, per forza di cose, un’assicurazione sui rischi vita e credito per perdita di impiego. Tale copertura assicurativa serve a tutelare la banca in caso di perdita improvvisa della vita del cliente e del posto di lavoro, perché la banca può avere diritto di rivalsa nei confronti del debitore, ovviamente solo nei limiti del TFR maturato. In poche parole, il TFR, ovvero il trattamento di fine rapporto, viene accantonato dall’azienda in un apposito fondo, restando indisponibile per il debitore. Il consiglio, comunque, è quello di non doversi ridurre a richiedere un prestito di consolidamento debiti cattivi pagatori, bensì di agire prima di essere segnalati come tali.