Bce, imminente salita tassi secondo presidente Lagarde

Bce, l'imminente salita dei tassi secondo il presidente Lagarde

Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, ha concesso un’interessante intervista al quotidiano spagnolo “El Correo” nella quale ha parlato della difficile situazione economica attuale e delle probabili mosse future. Secondo la Lagarde, infatti, è imperativo contrastare con ogni mezzo l’inflazione, nell’ottica di contenerla e riportarla al 2%. Partendo da questo assunto, la Lagarde ha fatto intendere di voler intervenire tramite un ulteriore rialzo, ormai sempre più probabile dei tassi di interesse Bce. Sulla base di quanto dichiarato, sembra quindi molto probabile che i tassi di interesse verranno aumentati di 50 punti in occasione della prossima riunione fissata in data 16 marzo.

Con la fotografia della situazione attuale presentata dal presidente Bce, sarebbe interesse valutare per le banche procedere con la rinegoziazione dei mutui e dei finanziamenti, così da rivedere, nel tempo, la situazione delle famiglie che hanno sottoscritto un contratto variabile. Così facendo, una volta riportata l’inflazione sotto controllo, secondo la Lagarde i tassi di interesse inizieranno a scendere. Insomma, si va verso un rialzo dei tassi di interesse sempre più probabile, ancor più che la Bce continua a puntare l’attenzione sull’obiettivo del contenimento dell’inflazione al 2%.

“L’inflazione è un mostro che dobbiamo abbattere”

La Banca Centrale ha individuato nell’aumento dei tassi di interesse la sua arma più efficace e tempestiva nell’ottica del raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Il motivo è che tale aumento dovrebbe abbattere la domanda e ridurre le pressioni inflazionistiche. Non a caso, la Lagarde ha definito l’inflazione come un “mostro che dobbiamo abbattere”, questo a testimonianza di come la Bce abbia a cuore la questione, al fine di limitare l’erosione dei redditi dei cittadini europei. Il presidente Bce si è detto scettico circa la possibilità di indicizzare gli aumenti delle pensioni all’inflazione, perché in passato questa operazione avrebbe solo alimentato tale fenomeno inflazionistico, avvicinandosi ad un livello troppo alto. Legare il reddito all’inflazione creerebbe pertanto un effetto a catena di rialzi successivi e incrementali dei prezzi.Occorre pertanto muoversi con politiche economiche chirurgiche e dedicate solo alle classi meno abbienti.

Lagarde ha detto di essere consapevole che le persone stiano attraversando un periodo di difficoltà a causa dell’inflazione, soprattutto i pensionati con redditi bassi. Da qui, la proposta fatta ai governi di sostenere principalmente le categorie di persone vulnerabili, anche se solo su base temporanea. Una volta superato il periodo difficile, infatti, quando i prezzi, soprattutto quelli dell’energia, torneranno a scendere e gli aumenti dei beni alimentari saranno stabilizzati, il governo potrà ritirare il sostegno alle classi meno abbienti.

Anche se negli ultimi mesi la spinta inflazionistica ha subito un leggero rallentamento, anche il capo economista della Bce, Philip Lane, nelle scorse ore aveva sottolineato che sarà necessario continuare ad alzare i tassi di interesse fin quando la spinta inflazionistica avrà perso tutta la propria energia. Nonostante una inversione di tendenza palese nell’inflazione energetica e dei prodotti alimentari, l’inflazione core, ovvero quella calcolata senza tener conto dei beni soggetti a forte volatilità come alimentari ed energia, non ha, infatti, ancora dato dei significativi cenni di diminuzione. 

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