BCE: aumento tassi di interesse e incertezza
Negli ultimi mesi, tutti gli addetti ai lavori hanno seguito con molta attenzione l’operato della Banca centrale europea, che ha cercato di contrastare l’inflazione con una serie di politiche monetarie restrittive. In molti, però, hanno constatato come la decisione della Bce di aumentare i tassi di interesse non sia al momento riuscita completamente a conseguire l’obiettivo primario. Al contrario, questi continui aumenti avrebbero determinato tutta una serie di effetti negativi, che hanno investito, ad esempio, anche il mondo delle auto, limitando notevolmente l’accesso della clientela ai finanziamenti a condizioni adeguate e non eccessivamente onerose.
Solo per fare un esempio, i tassi dei prestiti per l’acquisto di veicoli sono aumentati molto in poco tempo, si parla del +20% a partire dal 2021 (fonte Federazione dei bancari italiani). La Bce ha voluto, dopo la riunione di maggio, introdurre un nuovo aumento del costo del denaro di un quarto di punto percentuale, portando così il tasso base a 3,75%, una scelta che, come vedremo, porta con sé importanti conseguenze.
Qual è lo scenario attuale
L’inflazione che era stata determinata nel 2020 dalla pandemia ha causato seri problemi economici a livello globale; si pensi, ad esempio alle catene di approvvigionamento. Quando poi, dopo due anni, l’economia mondiale ha iniziato a dare dei cenni di miglioramento, ecco che la guerra in Ucraina ha dato una ulteriore accelerata al rincaro dei prezzi.
La Bce si è subito proposta l’obiettivo ambizioso di provare a mantenere stabili i prezzi in Europa, prendendo come riferimento la soglia del 2%. Per conseguire tale obiettivo, la Bce ha scelto la strada dei rialzi dei tassi di interesse, ma la manovra non ha conseguito gli effetti sperati, con un’inflazione ancora ben lontana dal 2%. Ne consegue che, le manovre messe in atto dalla Bce si siano rivelate, sostanzialmente, inefficaci, aumentando anche le critiche sulla politica restrittiva adottata che, secondo molti analisti, potrebbe anche preludere a una imminente recessione economica su larga scala.
Nonostante questo contesto difficile, la Bce sembra voler continuare sulla strada dei rialzi di interesse per fronteggiare l’inflazione. L’ex ministra francese e presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha detto chiaramente di ritenere che l’attuale politica monetaria “non sia ancora sufficientemente restrittiva”.
Quali saranno le conseguenze?
Questo contesto difficile, che ci parla di politiche restrittive anche per il divenire, ha avuto già alcune conseguenze su mutui e prestiti. Secondo una recente stima resa pubblica dalla Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), le rate dei nuovi mutui a tasso fisso sarebbero destinate a raddoppiare, mentre quelle dei mutui a tasso variabile dovrebbero salire anche del 60%.
Ovviamente, tale situazione riguarda da vicino anche le auto, con un tasso medio a fine 2021 che si attestava sull’8,1%, ma che potrebbe arrivare al 12,8% a seguito delle ultime mosse volute dalla Bce. Sempre secondo Fabi, ben 3 milioni di famiglie, su 6,8 milioni di famiglie indebitate, avrebbero in corso un mutuo per l’acquisto di una casa. Nel corso del 2022, i tassi di interesse sui prestiti personali sono aumentati molto e, ormai, nuovi incrementi sono ritenuti inevitabili visto l’aumento del costo del denaro a 3,75%.
Quali sono i rischi
Ma quali sono i rischi sullo sfondo per questa situazione? Secondo gli addetti ai lavori potrebbe esserci presto un rallentamento accentuato del mercato immobiliare e dell’edilizia, oltre che una riduzione consistente per quanto concerne gli investimenti delle imprese. A ciò, potrebbe poi far seguito una frenata, anche cospicua, dell’occupazione. Le politiche monetarie potrebbero pertanto mostrare la propria incidenza sull’economia globale.
Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, per intendersi quelli erogati fino alla fine del 2021 e all’inizio del 2022, resteranno immutate fino al termine del piano di rimborso. I chiari di luna fanno pensare che, alla luce dell’aumento dei tassi, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile potrebbero aumentare ancora.
Insomma, l’aumento del costo del denaro che è stato deciso dalla BCE, il settimo consecutivo, ha reso, nel complesso, più difficile per i risparmiatori valutare l’acquisto di tutta una serie di beni come auto, case o elettrodomestici tramite finanziamenti bancari.